Nell’era della medicina personalizzata l’aumento costante del numero dei biomarcatori di risposta al trattamento ha notevolmente modificato le strategie di gestione clinica dei pazienti affetti da carcinoma al polmone a cellule non piccole (NSCLC). In questo scenario, il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR), secondo le direttive emesse dalle società internazionali IASCL/AMP/ CAP, ha rappresentato la porta di ingresso delle caratterizzazioni molecolari nei pazienti affetti da NSCLC. Sulla scia del beneficio clinico osservato nei pazienti portatori di alterazioni molecolari a carico EGFR, gli studi clinici hanno ampliato il ventaglio di biomarcatori approvati in pratica clinica attraverso l’integrazione di alterazioni molecolari che spaziassero dalla ricerca di mutazioni puntiformi in sequenze geniche come BRAF, KRAS alla valutazione di riarrangiamenti genici di rilevanza clinica in geni come ALK, ROS1, RET, NTRK. Un ulteriore elemento di complessità nell’ambito delle caratterizzazioni molecolare finalizzate alla rilevazione delle alterazioni che predicono sensibilità al trattamento con farmaci a bersaglio molecolare è rappresentato dall’ implementazione nel pannello dei “must test genes” delle mutazioni causative dello skipping aberrante dell’esone 14 del gene MET. In questo scenario l’armonizzazione delle procedure preanalitiche di gestione del materiale biologico indirizzato alla profilazione genomica, l’implementazione di tecnologie di caratterizzazione molecolare in grado di rispondere al quesito clinico sollevato dall’oncologo, la generazione di un report inclusivo delle informazioni tecnico di semplice consulto da parte dell’oncologo clinico che segue il paziente oncologico sono ancora oggi oggetto di dibattito e di discussione per ottimizzare il percorso clinico diagnostico del paziente affetto da NSCLC.